F2i sceglie Vivarelli per IRIDEOS
Crescita su bid data e cloud.
"È un progetto solido e promettente". Messa su l’impalcatura il lavoro sarà ora sull’execution, con l’obiettivo di "far accelerare la macchina". Il tutto attraverso "un processo di crescita organica. Poi se si presenteranno opportunità in linea con il nostro percorso strategico saranno valutate di volta in volta. Ora però non abbiamo altro in agenda".
Del resto la "macchina" alla guida della quale si è messo da ieri Danilo Vivarelli, nuovo AD di IRIDEOS, è una struttura – che si rivolge al mercato aziende e della Pa – costruita anche rapidamente ma corposa, che ha messo insieme, a partire da agosto 2018 Infracom Italia, MC-link, KPNQwest Italia, e più di recente Enter e Clouditalia. Tutto in una società posseduta al 78,3% da F2Ì, al 19,6% dal fondo Marguerite e per il restante 2,1% da azionisti di minoranza. Cambia anche il presidente, con Alberto Trondoli, ora impegnato in Tiscali al fianco di Costamagna, sostituito da Mauro Miglio.
Per Vivarelli l’incarico arriva a valle di un’esperienza di 25 anni nelle tlc: da Marconi ad Omnitel, Fastweb, Call & Call (call center) e membro indipendente del Cda Tim. Ora, dopo il processo di acquisizioni degli ultimi due anni, si entra nella fase "operativa" per IRIDEOS: realtà con 700 dipendenti, 190 milioni di fatturato 2018 sui servizi core di connettività, data center, cloud e servizi gestiti, oltre a 60 milioni di rivendita nel wholesale.
"Completare il processo di integrazione delle società acquisite per rendere IRIDEOS più efficace nelle attività verso i clienti ed efficiente nella gestione dei processi interni è un punto in cima alla mia agenda". L’altro è "costruire e diffondere il nostro modello, quello del "multicloud italiano"". Fare da collante fra vari servizi – connettività, cloud pubblici, privati, data center, cybersecurity – è la chiave di lettura del progetto “multicloud”.
"Stiamo passando da un modello tradizionale di servizi isolati e indipendenti a uno con i nostri servizi sempre più integrati". Tutto questo – non ha dubbi Vivarelli – è possibile grazie ad "asset infrastrutturali solidi. Penso all’Avalon Campus, il centro dell’Internet italiano in Via Caldera a Milano che ospita 155 operatori da tutto il mondo, come alle dorsali in fibra per 3omila chilometri lungo le principali autostrade italiane e il versante adriatico". L’attività di IRIDEOS poi, aggiunge il ceo, è "anche promettente perché è B2B: unica area in crescita nel settore delle telecomunicazioni".
Proprio per chi si occupa di aziende c’è da fregarsi le mani vista la "continua crescita della fibra, sia negli investimenti sia nell’adozione. Il vero driver è l’esplosione dei dati trainata dai grandi player internazionali: video, big data, IoT e il cloud che diventa pervasivo. Diventa fondamentale saper custodire, gestire e trasportare i dati delle aziende in massima sicurezza". II piano industriale ora è in fase di predisposizione. "Il progetto guarda al futuro con una crescita organica". In cui potranno entrare i datacenter di Wind Tre in caso di spinoff? "Le acquisizioni sono tema di azionista. Ma comunque vediamo limitate sinergie con le nostre altre infrastrutture e servizi indirizzati alle aziende". E la quotazione? "Anche qui: sono domande da fare all’azionista".
Leggi l'articolo de Il Sole 24 ore - 16 maggio 2019